Il decreto Cura Italia e la legge 68/99


15 Marzo 2021

Decreto Cura Italia e legge 68/99

Una riflessione di Fe.D.Man. sulla sospensione dell’obbligo di assunzione

Cade l’obbligo di assunzione di personale con disabilità per le aziende che applicano la cassa integrazione. È di fine Dicembre la circolare del Ministero del Lavoro che preoccupa fortemente le realtà che si occupano di inclusione lavorativa. Con la Legge 68 del 1999, in Italia la normativa di riferimento che disciplina appunto l’integrazione e l’inclusione lavorativa delle persone con disabilità, erano già state previste alcune eccezioni all’adempimento dell’obbligo delle quote riservate alle “categorie protette”, come la cassa integrazione.

Per agevolare le aziende, il Decreto «Cura Italia» aveva limitato la portata del provvedimento ampliando i casi in cui è possibile derogare a tale vincolo. Su questo punto, la Federazione Disability Management (“Fe.D.Man.”), associazione professionale che riunisce i disability manager operanti in Italia nel settore dell’inclusione lavorativa delle persone con disabilità,  esprime la sua preoccupazione.

Pur comprendendo il momento storico complesso, e capendo che si tratti di una scelta strettamente legata all’emergenza, Fe.D.Man. si augura che la sospensione possa essere presto abrogata non appena superata tale fase critica.

Le aziende che sono in difficoltà e che, per questo motivo, ricorrono alla cassa integrazione sono anche sottoposte al blocco dei licenziamenti, quindi se possiamo comprendere le ragioni che hanno portato a una simile decisione non ci si deve dimenticare delle ragioni che avevano portato invece all’obbligo di inserimento, non solo dei lavoratori con disabilità ma anche della figura del disability manager.

Se il personale con disabilità mostra di essere comprensivo su una disposizione che potrebbe apparire discriminatoria, dall’altra rivendica alcuni principi che stanno alla base dell’inclusione lavorativa, a partire dai diritti sanciti dalla Costituzione, dalla Convenzione ONU e dalle Direttive europee.

L’inclusione sociale e lavorativa è la strada per sentirsi indipendenti, appartenenti, accolti e avvolti in questa società. Essa rappresenta la condizione in cui tutti gli individui vivono in uno stato di equità e di pari opportunità, indipendentemente dalla presenza di disabilità. Deve riguardare tutti gli individui, rivolgersi a tutte le differenze senza che queste siano definite da categorie e criteri, ma pensate come modi personali di porsi nelle diverse relazioni e interazioni. Mirare all’eliminazione di ogni forma di discriminazione, spingere verso il cambiamento del sistema culturale e sociale, favorire la partecipazione attiva e completa di tutti gli individui e mirare alla costruzione di contesti inclusivi capaci di tenere le differenze di tutti, eliminando ogni forma di barriera.

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